IL CIMITERO
FRANCESE DI VENAFRO
Inizialmente
ospitavava 4.578 salme del Corpo di Spedizione Francese, poi
ridotte a 3.414 perché molte sono state rimpatriate nel
dopoguerra.
Si trova uscendo
dalla città, lungo la strada
statale 85 venafrana direzione
Isernia, su un'estesa zona pianeggiante (70.000 m²).
Circa due terzi dei
militari sepolti sono di origine marocchina, algerina, caduti in
gran parte durante la battaglia di Cassino.
Per essi è stato
eretto un monumento che richiama esplicitamente i minareti
nord-africani, decorato con piastrelle di ceramica azzurre, che
risaltano sul bianco calce delle mura, e con alcune iscrizioni.
Al suo interno vi
sono alcune tombe, di cui una al milite ignoto musulmano, e tre
dedicate a militi con nome, uno Tunisino, uno Algerino, uno
Marocchino.
Tutte le tombe sono
disposte sull'asse Nord-Est Sud-Ovest, con le lapidi rivolte a
Nord-Est, ad eccezione di alcune tombe, poste dietro il
minareto, di soldati ebrei (riconoscibili dalla stella a sei
punte sulla lapide) e animisti (sulla lapide hanno un
"agnostico" sole stilizzato).
Questa disposizione
delle tombe suggerisce la possibilità che i caduti musulmani,
qualora siano stati disposti sul fianco destro, abbiano il volto
rivolto alla Mecca.
Su ciascuna lapide è
riportato il nome (se noto) e la dicitura (in francese) "morto
per la Francia". È da notare che anche fra le tombe cristiane
sono riconoscibili nomi arabi e africani.
Costruito nel 1946,
alla fine del secondo conflitto mondiale, per diretto volere del
Generale De Gaulle (la cui foto è ancora esposta nella piccola
Cappella Cattolica), il Cimitero Militare Francese è stato
ampliato l'ultima volta nel 1994.
Sotto le geometriche
file di croci e lapidi riposano 4.578 soldati, caduti lungo
l'ampio fronte di battaglia sviluppatosi in seguito allo sbarco
di Napoli e la progressiva risalita verso Roma, incluso la
cruenta battaglia di Montecassino. Migliaia di giovani vite
immolatesi, sotto il vessillo francese, per la liberazione dalla
barbarie del nazismo: francesi, algerini, marocchini e
senegalesi.
Una "Chapelle"
(opera di André Chatelin) e un Minareto, con la croce e la luna
islamica che svettano a pochi metri l'uno dall'altro, stanno a
testimoniare che l'ideale della libertà accomuna culture
differenti e rende possibile la civile convivenza fra i popoli. |