LA MIA VISITA
EL FORTE DI EBEN
EMAEL
L'Amico Claudio Morino mi invia un suggestivo reportage
fotografico sulla sua visita al famoso Forte belga di Eben
Emael, obiettivo dell'attacco dei Paracadutisti tedeschi il 10
maggio del 1940.
Questa fu la prima operazione combinata di Commandos della
storia militare, un vero e proprio "Colpo di mano" che fece
scuola nel panorama delle "Operazioni Speciali".
Costruito tra il 1932 e il 1935 e situato
tra Liegi e Maastricht, nei pressi del canale Alberto al confine
con i Paesi Bassi, la sua funzione era quella di proteggere il
confine belga da un attacco tedesco condotto dal vicino confine
olandese.
Considerato imprendibile, il 10 maggio 1940, durante l'invasione
tedesca del Belgio, venne assaltato da un gruppo di
ottantadue paracadutisti tedeschi decollati da Colonia con
undici alianti tipo DFS 230, rinforzati il giorno successivo da
altri loro commilitoni che determinarono la resa della
guarnigione belga.
Il forte di Eben-Emael comprendeva alcune postazioni fortificate
note come "blocchi" piazzate nei punti strategici del perimetro.
Il Blocco 1 si trovava nell'angolo
sud-occidentale della fortezza e rappresentava l'ingresso
principale di Eben-Emael, sbarrato da un pesante cancello a cui
si accedeva dopo essere passati su un ponte levatoio di legno
sopra un fosso profondo 4 m.
L'armamento difensivo era
costituito, oltre che da proiettori, da tre mitragliatrici e
due cannoni anticarro da 60 mm che all'occorrenza potevano
essere supportati dalle artiglierie dei blocchi 2 e 6, inoltre
erano state costruite nei muri speciali feritoie per lanciare le
granate all'esterno.
La cupola della casamatta fungeva
da postazione di osservazione. Il personale impiegato in questo
blocco comprendeva cinque sottufficiali e ventitré soldati di
truppa.
Circa 200 m a nord del Blocco 1
c'era il Blocco 2, sul fianco occidentale del forte. Anche qui
c'erano dei fari per illuminare la notte e anche qui l'armamento
consisteva in tre mitragliatrici e due cannoni anticarro, così
come era identica al Blocco 1 la funzione della cupola. I
quattro sottufficiali e ventidue soldati di questo blocco
disponevano inoltre di una porta per effettuare delle sortite
contro gli attaccanti.
Benché pianificato, non venne mai
costruito nessun Blocco 3. Al suo posto vennero edificate lungo
la riva del canale Alberto due strutture alte ognuna due piani,
distanti 800m l'una dall'altra e perciò in grado di supportarsi
a vicenda con il tiro delle artiglierie. Il Canal Nord e il
Canal Sud, così erano note queste costruzioni, disponevano
ciascuna di fari, di un cannone anticarro da 60 mm, di tre
mitragliatrici e di feritoie per il tiro di granate a mano. Le
cupole per l'osservazione incorporavano feritoie e un cannone
per proietti illuminanti.
Sia il Canal nord che il Sud erano
presidiati da tre sottufficiali e diciassette soldati.
Il Blocco 4 era situato nel lato sud-orientale e, oltre alla
solita cupola per l'osservazione, disponeva di due cannoni
anticarro, due mitragliatrici e due fari. Il personale di stanza
in questo Blocco era di 4 sottufficiali e ventidue soldati.
Nell'angolo sud-orientale si trovava invece il Blocco 5, armato
con un cannone anticarro da 60 mm che poteva sparare solo verso
il Blocco 6, due mitragliatrici e fari. Diversamente dagli altri
blocchi, tuttavia, la cupola del Blocco 5 (Coupole Sud) poteva
essere alzata o abbassata a discrezione dei tre sottufficiali e
quattordici soldati che montavano la guardia alla struttura.
Il sesto e ultimo blocco poteva tenere sotto tiro solamente il
terreno verso il Blocco 1. La cupola di cui era dotato aveva una
corazza spessa 20 cm, pesava 6.700 kg, era alta 150 cm e aveva
un diametro interno di 80 cm che offriva spazio a un singolo
osservatore. I due cannoni anticarro da 60 mm, i fari e le due
mitragliatrici erano maneggiate da tre sottufficiali e
diciassette soldati di truppa.
LA STRUTTURA
I vari
blocchi che circondavano Eben-Emael lo rendevano pericoloso da
attaccare da qualsiasi direzione, ma erano le batterie di
artiglieria che dominavano il territorio circostante a renderlo
strategicamente rilevante. Gli obiettivi primari del forte erano
i tre ponti sul canale Alberto che collegavano il Belgio alla
città olandese di Maastricht: per coprirli, vennero costruite
due casematte,
note come "Maastricht 1" e "Maastricht 2", ognuna con tre
cannoni da 75 mm; in aggiunta, "Maastricht 2" aveva anche una
cupola corazzata per l'osservazione; i cannoni avevano un campo
di tiro di 70°, un'elevazione che andava dai -5 ai 37°, un
raggio di 11 km e un rateo di fuoco di dieci colpi al minuto.
Due simili
casematte coprivano a sud la città di Visé con
i suoi ponti sulla Mosa. Erano chiamate "Visé 1" e "Visé 2".
Ognuna di
queste casematte aveva due piani e una guarnigione di cinque
sottufficiali e ventotto soldati di truppa, eccezione fatta per
"Maastricht 2" che aveva tre uomini aggiuntivi per presidiare la
cupola d'osservazione. I cannoni erano posizionati nel piano
superiore assieme alle postazioni per gli addetti al controllo
del tiro (gli artiglieri all'interno infatti avevano una visuale
limitata e facevano affidamento su coordinate precalcolate verso
gli obiettivi da distruggere). Al piano inferiore trovavano
posto le munizioni con relativo sistema di trasporto al piano
superiore. I muri di calcestruzzo spessi
quasi 2,75 m rendevano queste installazioni impenetrabili a
qualsiasi bomba aerea e a colpi d'artiglieria di calibro fino
a 22 cm.
Oltre a
queste postazioni concepite per colpire esclusivamente i ponti a
nord e a sud del forte, ve ne erano delle altre per
neutralizzare obiettivi d'opportunità. Due di queste erano
cupole corazzate a scomparsa armate con un cannone binato da
75 mm, note come Coupole Nord e Coupole Sud, quest'ultima
localizzata sulla sommità del Blocco 5. Entrambe le cupole erano
attrezzate per resistere ai gas,
potevano ruotare di 360° e per sparare si alzavano di 5,5 cm dal
terreno, tornando a "scomparire" una volta finita la missione di
fuoco grazie a un motore elettrico o a un sistema manuale in
caso di guasto. Quattro soldati fungevano da caricatori (due per
bocca di fuoco) e uno osservava dal periscopio e riceveva gli
ordini dalle cuffie. I belgi svilupparono per queste cupole un
nuovo cannone, l'FRC
Modèle 1934 da 75 mm con un'elevazione
dai -8° ai +38°, un raggio di tiro di 10 km e un rateo di fuoco
massimo di venticinque colpi al minuto. I proietti impiegabili
potevano essere ad alto esplosivo o shrapnel.
Come per le
batterie "Maastricht" e "Visé", anche in questo caso c'era un
ascensore che trasportava le munizioni dal piano intermedio a
quello superiore. Più sotto si trovava la stanza che ospitava il
motore elettrico e, sotto di questa, il magazzino principale
delle munizioni. Il fatto che le due cupole potessero attaccare
obiettivi anche all'interno del forte evidenzia la lungimiranza
dei progettisti belgi. A questo serviva infatti anche la
mitragliatrice della Cupola Nord.
Questo concetto di poter spazzare con le mitragliatrici la zona
sopraelevata del forte era rafforzato dalle due postazioni
denominate "Mi-Nord" e "Mi-Sud", da mitrailleuse,
mitragliatrice per l'appunto. Mi-Nord, nella porzione nord-ovest
di Eben-Emael, poteva coprire tutto il terreno verso sud; dotata
di una cupola corazzata per l'osservazione, era collegata a
"Visé 1" e a "Mi-Sud 1" un terrapieno che aveva la funzione di
ostacolare la visuale da eventuali osservatori appostati sul
vicino e più alto Monte Saint Peter; l'armamento era costituito
da quattro mitragliatrici, una delle quali puntava verso nord,
guardando il canale Alberto, e un'altra a protezione
dell'entrata alla postazione. I fari erano due, mentre nella
Mi-Sud erano tre, per il resto identica a Mi-Nord tranne per la
cupola corazzata, che non era presente. Oltre ai tre soldati
necessari per presidiare la cupola, "Mi-Nord" contava tre
sottufficiali e dodici soldati, "Mi-Sud" tre sottufficiali e
undici soldati.
L'ATTACCO TEDESCO
I tedeschi ne avevano pianificato la conquista con largo
anticipo. Nel 1939 avevano costruito una copia identica
nella Cecoslovacchia occupata, per testare diversi piani
d'attacco da parte della Wehrmacht.
Adolf Hitler stesso concepì un piano per conquistare il forte
usando degli uomini trasportati da alianti (sarebbe stato
difficile e foriero di confusione paracadutare un gran numero di
uomini in un'area così ridotta) e utilizzando i nuovi esplosivi
a "carica cava" per penetrare nelle torrette.
Un buon servizio di spionaggio e un'attenta pianificazione,
combinate alla sfortuna e all'impreparazione belga, aiutarono il
10 maggio 1940 a rendere l'esecuzione del piano segreto di
Hitler un rapido e schiacciante successo.
La cattura di Eben-Emael venne operata per la prima volta nella
storia mediante l'uso di alianti e di cariche cave per
smantellare le fortificazioni nemiche.
Gli alianti comandati dall'Oberleutnant Rudolf Witzig
atterrarono sul "tetto" della fortezza. I pionieri paracadutisti
furono in grado di distruggere o mettere fuori servizio le
torrette dei cannoni e usarono i lanciafiamme contro le
mitragliatrici.
I belgi distrussero solo un ponte, impedendone l'uso ai tedeschi
ma anche impedendo l'intervento dei soccorsi. Gli ultimi
difensori si arresero il mattino dopo all'arrivo delle
avanguardie della VI armata di Walter von Reichenau.
Successivamente, i britannici usarono gli alianti per catturare
il ponte grande di Siracusa all'inizio dell'operazione Husky ed
il ponte Pegasus nell'attacco di apertura del D-Day.
Dopo la cattura venne valutata la possibilità di usare il forte
come fabbrica sotterranea dei razzi V1.
Il forte di Eben-Emael è ora aperto al pubblico per le visite. |